sabato 12 marzo 2011
Libertà per tutti, con o senza documenti
Circa 300 solidali, giunti davanti alle mura del Cie di Ponte Galeria per dare vita al presidio annunciato da tempo, sono stati accolti da un gran numero di ragazzi migranti reclusi, saliti sul tetto per unirsi alla protesta.
Continua a crescere la partecipazione mentre dal microfono viene lanciato un primo saluto a tutte le persone rinchiuse in quelle mura.
Grida e slogan riempiono il vuoto nel quale è stato costruito quel mostro di cemento mentre dal cortile della sezione femminile cresce una colonna di fumo nero che, accompagnato dalle grida, non abbandonerà mai la giornata di protesta.
Slogan e messaggi di solidarietà in tutte le lingue vengono amplificati dalle casse del sound, mentre una piccola delegazione di alcune compagne si prepara ad avvicinarsi al cancello del campo d’internamento per consegnare delle radioline a chi è privata/o della propria libertà dentro quelle gabbie.
Mentre l’amministrazione della cooperativa Auxilium si nasconde dietro il cordone della celere negando la propria responsabilità e lasciando gestire la situazione a qualche energumeno in divisa blu, continua lo scambio di voci tra chi protesta dentro e fuori le mura del lager.
Al fermo diniego di fronte al tentativo di consegnare gli apparecchi radio, i/le solidali hanno scelto di rinforzare la comunicazione diretta con il lancio di palline da tennis contenenti messaggi di solidarietà. Nonostante i pessimi lanci e il nervosismo delle guardie, alcuni messaggi sono stati raccolti dai destinatari.
Dopo poco meno di tre ore il presidio si scioglie e ritorna compatto in città per comunicare tra le strade affollate del sabato sera, con un corteo partecipato, compatto e rumoroso.
Apprendiamo con disgusto e rabbia che la mattina seguente al presidio, gli aguzzini in divise blu hanno sfogato le loro frustrazioni sulle recluse, ree di aver fatto “troppo casino” durante il presidio di sabato.
Una donna racconta ai microfoni di Radio OndaRossa che gli uomini delle “forze dell’ordine” l’hanno portata in un ufficio all’interno del centro, per picchiarla, insieme ad altre donne.
Nonostante i pestaggi e le cure mediche negate, le recluse chiedono con forza che i presidi dei/lle solidali continuino. Quando viene chiesto loro cosa possiamo fare dall’esterno per sostenerle, ci viene risposto senza un attimo di esitazione: just we want freedom!
LIBERTÀ PER TUTTI E TUTTE, CON O SENZA DOCUMENTI!
Per denunciare la vergogna dei CIE anche dove non sono presenti
si terrà a Napoli venerdi 8 aprile alle ore 17,30
presso la Libreria e Biblioteca 7 mari
un dibattito sul tema .
Questo il testo inviato alle associazioni partecipanti :
Le rivolte in Tunisia ed Egitto contro la miseria e la dittatura,
e la solidarietà di regimi come quello italiano e francese,
ai regimi al potere nei due paesi, sottolineano
ancora una volta la dipendenza coloniale dei regimi dei primi,
a partire dalla gestione delle risorse nazionali
e proseguendo con la gestione poliziesca della migrazione.
La propaganda razzista europea
vuole far credere al proletariato nazionale
che fricani, asiatici e sudamericani
stanno invadendo l’ europa con propositi minacciosi
(in particolare i musulmani ovviamente),
ma la miseria che spinge ad emigrare americani,
africani e asiatici è la conseguenza del colonialismo antico
che si rinnova ancora oggi con l imposizione di dittature,
e con la rapina delle risorse di quei paesi.
Nel giorno della memoria molti si chiedono ipocritamente
da dove sia spuntata la ferocia nazifascista,
come se si trattasse di un evento improvviso.
Così non è. La ferocia nazifascista ha le sue origini
nella benedizione vaticana degli eserciti criminali inviati alle crociate,
nella benedizione dei roghi degli ebrei e delle cosiddette streghe,
nella deportazione di oltre 40 milioni di africani
molti dei quali morti durante il viaggio
come tanti immigrati muoiono anche oggi sulle carrette del mare.
La prima legge razziale è del 1511 contro gli ebrei,
ma ancora oggi, dopo quelle nazifasciste degli anni 30,
l’ europa vota e approva leggi razziali,
come gli accordi di Schengen, le leggi Turco-Napolitano e Bossi-Fini.
La creazione dei CIE, se non ha come finalità lo sterminio,
come la avevano i campi di concentramento nazifascisti,
ha però una logica punitiva nei confronti di persone
che non hanno commesso altro reato che quello di fuggire dalla morte
probabile provocata da miserie e guerre nell’ interesse del capitalismo.
La privazione della libertà per la sola mancanza di un permesso di soggiorno,
invenzione gia in se contraria ai diritti umani,
è aggravata dalle violenze subite dalle donne e dagli uomini
rinchiusi nei Centri di Identificazione ed Espulsione,
violenze fisiche e psicologiche che colpiscono persone indifese,
perche alla merce dei loro carcerieri.
Un nuovo cavaliere ha ridotto il parlamento ad un bivacco di delinquenti,
assunti come portaborse e comprimari e difesi con autoassoluzioni in parlamento,
ma la cosiddetta opposizione parlamentare
non contesta le nuove leggi razziali che ha contribuito a far nascere,
ne la demolizione dei diritti dei lavoratori italiani e stranieri,
essa trema al pensiero che la protesta sociale e politica
possa spazzarla insieme al partito del cavaliere golpista.
Contro ogni forma di colonialismo e di dittatura,
e per la chiusura dei CIE.
Il testo è stato scritto prima della rivolta in Libia
e dell intervento coloniale NATO